Giacomo Pieroni è un ragazzo toscano con cui ho appuntamento nel ristorante di un hotel milanese, il Fifty House. Egli è, insieme a tutta la famiglia, il fondatore di Rue Des Mille, un’azienda di gioielli pret à porter tutta italiana.
Certo, vista l’intenzione di dare continuità al luogo dove papà Roberto trent’anni prima aprì il laboratorio di oreficeria sarebbe bastato chiamarla Via Dei Mille ma loro volevano fare di più in onore di quella figura paterna che nel 2012 li aveva lasciati. Così, i tre fratelli Federica, Tommaso e Giacomo, credettero di poter tradurre quel nome in Rue Des Mille, un nome fiabesco, elegante ma soprattutto un nome con l’iniziale di Papà Roberto.
Tuttavia bisognava parlarne con mamma Antonella e zio Federico. Sarebbero stati d’accordo? Come avrebbero accolto una stravaganza del genere? Ci voleva qualcosa di più, dovevano essere sicuri che il nome francese passasse e riuscisse a piacere a tutti.
“E se provassimo a coniare la erre di Rue esattamente come la scriveva papà?” -Disse Tommaso- ai suoi fratelli ancora seduti in quella taverna vicino Lucca mentre fuori la pioggia continuava incessantemente a scendere. “Non cambierebbe nulla” -disse Giacomo- “Inoltre”, aggiunse Federica, “la sua scrittura era molto particolare. A meno che..-A meno che cosa?- dissero all’unisono i due maschi mentre fuori dalle finestre il suono della pioggia portava avanti da protagonista il ruolo di colonna sonora. “Be’, Tommaso ha una bella calligrafia e se spulciassimo tutti gli scritti che papà ci ha lasciato, sono certa che potremmo riuscire nell’ intento!
Ciò che accade nei giorni a seguire è ancora oggi la storia di un’impresa famigliare che continua a crescere affascinante e unita.
La tua personale definizione di eleganza?
E’ quella cosa che nasce dalla naturale spontaneità delle persone a prescindere dal contesto.
Qual è secondo te l’elemento che contraddistingue le vostre creazioni?
Principalmente il made in Italy, dal packaging ai gioielli è tutto a km zero. Poi segue un discorso di coerenza stilistica, aver rivisitato il gioiello d’argento attraverso la placcatura in oro rosa ci ha permesso di avere un articolo fiabesco capace di far sognare ed emozionare.
L’abito fa il monaco?
Credo di no. Tuttavia mi viene in mente una persona che un giorno mi disse: “L’abito è quello strumento che ti consente di fare una buona impressione già dalla prima volta”. Non v’è dubbio che a livello estetico un giusto abito aiuti.
Qual è quella cosa che ci permette di personalizzare il nostro stile comportamentale?
Il modo di essere. In fondo la gente ci ricorda per quello che siamo ed essere se stessi è la soluzione. Se impariamo a essere coerenti con ciò che siamo saremo sempre premiati.
Qual è la sensazione che i vostri gioielli cercano di dare a chi li indossa?
Quella di coprirsi di polvere di stelle. Questo è ciò che mi disse tempo fa una giornalista e a me questa immagine piace tantissimo. Ritengo che riesca a far capire le emozioni che riusciamo a trasmettere a tutte quelle facce sognanti che scelgono i gioielli Rue des Mille.
Qual è oggi lo stile della tua azienda?
Quello che si ispira al nostro gioiello pret à porter capace di essere indossato in ogni situazione, ordinaria e straordinaria. I trent’ anni di oreficeria di mio padre, scomparso nel 2012, che ci sono alle spalle di Rue Des Mille ci hanno offerto la possibilità di dare un significato diverso all’ argento e un’interpretazione tutta nostra dei soggetti che creiamo. Il risultato è vedere le nostre proposte nelle migliori gioiellerie di fianco ad articoli costosi e di alta gamma. Ciò vuol dire che molti punti vendita trovano i nostri gioielli coerenti con il contesto generale che offrono chiedendoci sempre più di creare anche corner dedicati Rue Des Mille.
Pensando all’armonia della tua azienda in un’immagine, cosa ti viene in mente?
La famiglia. Ogni persona che lavora in Rue Des Mille fa parte di un mix di generazioni formato da mia madre, mio zio, i miei fratelli e io. Ognuno nel proprio ruolo pronto a dare valore aggiunto come contributo a un’azienda giovane e ambiziosa che fa della propria bandiera anche il ricordo vivido e solare di mio padre.
Grazie a Davide Bordogna per le foto e Kowa Restaurant per la spettacolare location e l’ospitalità.
Dandy E.