Il fazzoletto.
Abituato ad arrivare con molto anticipo agli appuntamenti, anche quel giorno non feci eccezione. L’arrivo del Frecciarossa da Napoli era previsto a Milano Centrale alle 14.30, e io mi ero già bellamente accomodato su una delle tante sedute che si possono trovare nell’area adiacente ai binari, separata da quest’ultimi da tornelli che possono oltrepassare solo le persone con il biglietto.
Sapevo che sarebbero stati troppi 45 minuti di attesa, cosicchè decisi di portare con me uno dei tanti libri che stavo cercando inesorabilmente di portare a termine; “Il profumo” di Suskind mi avrebbe fatto compagnia mentre fuori la pioggia continuava a cadere incessantemente sull’asfalto.
Ero quasi alla fine della prima parte, quando la mia concentrazione fu distolta da piccoli e continui singhiozzi che provenivano da una donna, quasi di fronte a me sulla destra, in piedi. Di certo non potevo udire le parole che rivolgeva all’uomo davanti a sè, ma era evidente ai miei occhi che i due volevano rimandare in eterno il saluto che tanto rendeva tristi e sconsolati i loro sguardi.
Con il libro appoggiato in grembo rimasi fisso a guardare questa coppia, la cui statuaria attrazione pareva aver fermato il tempo che tutt’intorno scorreva veloce nelle gambe delle centinaia di persone presenti in quel momento . Ad un tratto lui, che fino a un attimo prima cingeva il delicato viso della sua amata tra le mani, estrasse dalla tasca sinistra del suo pantalone di lino bianco un fazzoletto di stoffa perfettamente piegato e immacolato, e con amorevole maestria si prodigò ad asciugarle le lacrime.
Il fazzoletto di stoffa contribuiva a dare spessore al gesto, e al tempo stesso lo ingentiliva. Mai cosa identica ci sarebbe stata con un semplice fazzoletto di carta. Anche mi fossi impegnato in eterno il romanticismo che c’era in quel momento non sarei mai riuscito a percepirlo di fronte ad un misero, seppur più funzionale, fazzoletto usa e getta. Il fazzoletto di stoffa era assolutamente pertinente, l’unico a poterlo essere, l’unico che riusciva a mantenere viva l’emozione del momento che si era creata nella poesia della coppia.
Esso diede a quell’uomo l’opportunità di poterlo offrire alla propria amata, la quale si trovava in una situazione di assoluta fragilità; poteva essere un film strappalacrime, un funerale o una qualsiasi altra situazione. Non gettò le lacrime insieme a un fazzoletto di carta ma diede loro un giaciglio di amorevole premura.
A volte, a distanza di anni, mi viene ancora in mente quell’episodio che mi fa pensare a quanto anche a me piaccia avere quello di stoffa, generalmente di cotone. Trovo che sia coerente al mio modo di vestire. Io lo preferisco bianco, senza iniziali, a volte con delle righe color pastello o tono su tono che riprendono i colori dei capi che indosso; è solo una questione di gusti, purchè sia perfettamente stirato e fresco di giornata.
Mi concentrai e ripresi a leggere il libro. La signora seduta accanto a me cercava di capirne il titolo.
Dandy