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    MARTA MEZYNSKA, “Ovunque sia il mio sogno, io lo raggiungerò”

     

    Ph. Davide Bordogna

    MARTA MEZYNSKA
    “OVUNQUE SIA IL MIO SOGNO, IO LO RAGGIUNGERO’”.

    Era la prima volta che intervistavo una pittrice e di un’altra nazionalità. Ero rimasto affascinato dalla sua determinazione per riuscire a vivere in Italia, crearsi delle basi lavorative e poi una famiglia. Com’ è possibile, pensavo, che in un periodo storico dove tanti giovani italiani cercano il proprio futuro fuori dall’Italia, Marta aveva fatto l’esatto contrario riuscendo nell’intento? Suonai il campanello e attesi, curioso delle sue risposte.

     

    Come si realizza un sogno?

    Lavorando, pensando, inventando. Come artista mi sento facilitata perché con le mani posso fare qualsiasi cosa e se si è disposti ad allargare il proprio raggio di azione le opportunità non mancano. Mantenersi soltanto con i quadri è difficile poiché non sai quando li venderai, quando riuscirai a esporli e quando troverai una galleria disposta a promuoverti. Sarei costretta a farmi mantenere da mio marito, mentre io voglio essere autonoma e creare qualcosa di mio che dia alla gente felicità e bellezza. Quindi cerco di usare il mio talento per varie discipline. Ciò mi consente di essere serena e avere il giusto posto nella vita facendo quello che più mi piace.

    Qual è il valore aggiunto che l’Italia ti ha saputo dare?

    Il caffè! (esclama ridendo). In Polonia ora è migliorato grazie ai tanti bei locali presenti ma molti anni fa era imbevibile e quando misi piede per la prima volta in Italia ne bevvi subito cinque quasi a prendere l’infarto! E’ da lì che ho capito quanto mi piaceva, ricordo ancora il bar nella piazzetta di Pietrasanta, in Toscana. Inoltre adoro la tradizione di molti italiani di andare a fare colazione fuori casa soprattutto la domenica, lo trovo bellissimo.

    MARTA MEZYNSKA

    Qual è l’elemento che contraddistingue le tue opere?

    Le scritte e i riflessi. La mia formula di quadro è piatta e senza prospettiva e i giochi di luce e ombre che creo dentro gli edifici danno vitalità all’interno. Voglio che accada sempre qualcosa. Solo una volta, in un periodo della mia vita pieno di rabbia, ho voluto cambiare stile facendo quadri più espressivi; mi fecero così schifo che li buttai via. Non mi trovavo, non ero io.

    La tua personale definizione di eleganza?

    Avere buon gusto è già eleganza. Nelle persone guardo i colori insieme alla capacità di saperli abbinare. Credo che questa fissa me l’abbia trasmessa mia madre che amava vestirmi con colori sempre intonati tra loro. Mio padre architetto invece ha saputo darmi decisione, essenzialità, ordine e pulizia. Mi considero un esteta e mi piace che tutto sia in ordine e al proprio posto soprattutto qui, dove laboratorio e casa formano un unico spazio.

    Armonia nel tuo atelier; descrivila con un immagine

    Calore e magia. Il mio laboratorio deve essere accogliente per qualsiasi ospite che lo frequenti e magico per tutti i miei studenti che possono sentirsi a proprio agio per disegnare e dipingere, come fossero a casa.

    Domattina ti svegli sapendo che hai la possibilità di rendere il tuo sogno ancora più grande; qual è la prima cosa che farai?

    I bagagli. Ovunque sia il mio sogno nel mondo, io lo raggiungerò.

     

     

    Dandy E.

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